Rivalutazione degli scarti

A chi non la conosce consiglio la piattaforma “Atlante italiano dell’economia Circolare” dove si possono ritrovare alcuni esempi emblematici di come si possano riutilizzare e riciclare scarti produttivi riducendo i rifiuti nella logica del principio”nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma”.

credit by Unsplah

Le imprese coinvolte in queste operazioni di rivalutazione degli scarti sono tantissime, dalle grandi alle medie alle piccole.

Economia Circolare secondo la definizione della Ellen MC Arthur Foundation è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola.

In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi, quelli biologici in grado di essere reintegrato nella biosfera e quelli tecnici destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

Tale modello implica condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento di materiali e prodotti esistenti al fine di estendere il loro ciclo di vita e così ridurre al minimo i rifiuti.

Alcuni esempi estratti dell’Atlante sono la dimostrazione pratica di quanto detto.

Dalla collaborazione fra Barilla e Favini è stata creata CartaCrusca,carta ecologica prodotta con la crusca del grano che non è più utilizzabile per il consumo umano, ma con un risparmio, valutato in circa il 20%, della cellulosa degli alberi.

Ferrero ha messo a punto un sistema in grado di estrarre dal guscio delle nocciole il 20% di fibra prebiotica con proprietà antiossidanti, protettive contro le patologie cardiovascolari, immunitarie.

L’Orange Fiber ha brevettato e produce tessuti sostenibili a partire dal pastazzo di agrumi, il residuo umido che resta alla fine della produzione industriale di agrumi.

L’azienda Mare Aperto trasforma gli scarti di lavorazione dell’industria conserverà del tonno così da poterli utilizzare nei mangimi per animali oppure nella produzione farmaceutica o cosmetica.

La Pansurgelati a partire dai prodotti della fermentazione lattica degli scarti dello strudel mescolati con batteri e lieviti e farina di grano produce un pane più nutriente e a più lunga conservazione di quello tradizionale.

 

Articolo N.109 del 04-04-2023 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.

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