Teli di pacciamatura innovativi biodegradabili a base di cellulosa e chitosano, arricchiti di nutrienti per il suolo
I film per la pacciamatura sono la causa principale di contaminazione da plastiche nei suoli agricoli.
Il progetto MULCHING+ ha avuto l’obiettivo di preparare e testare sul campo film innovativi per la pacciamatura a base di polimeri biodegradabili, derivati da cellulosa e chitosano e arricchiti di nutrienti (azoto e fosforo), in modo da ottenere un duplice beneficio: la totale biodegradazione dei teli nel suolo e l’apporto di nutrienti.
BIOTELI INNOVATIVI PER PACCIAMATURA. PRESENTAZIONE DEI RISULTATI FINALI DEL PROGETTO MULCHING+ del 9 Maggio 2025
09:30 Saluti istituzionali
Carlo Chiostri, Accademia dei Georgofili
Sofia Mannelli, Chimica Verde Bionet ETS
Coordina i lavori: Beppe Croce, Chimica Verde Bionet ETS
09:40 Bioplastiche in agricoltura. Claudio Marzadori, Università di Bologna
10:00 Produzione di bioplastiche per i teli pacciamanti. Sara Guerrini, Novamont spa
11:00 Pausa caffè
12:30 Spazio di mercato dei bio-teli. Francesco Carbone, Università degli Studi della Tuscia Viterbo
12:45 Discussione
I film di pacciamatura sono la causa principale di contaminazione da plastiche nei suoli agricoli. La necessità di fronteggiare il degrado di qualità dei suoli dovuto all’uso di plastiche non biodegradabili ha spinto i ricercatori a studiare nuovi tipi di film biodegradabili, derivati da materiale biologico.
L’idea centrale del progetto MULCHING+ è la preparazione di film innovativi di pacciamatura a base di polimeri biodegradabili (Bio-Polymers Mulching Films, BPMF) derivati da cellulosa e chitosano e arricchiti con azoto e fosforo in modo da rilasciare nutrienti solubili dopo la loro biodegradazione nel terreno e mantenere in tal modo il carbonio e la fertilità del suolo.
Inoltre, microrganismi benefici selezionati dal suolo e interiora di lombrichi saranno spruzzati sui teli a fine ciclo di vita per accelerare il processo di biodegradazione
OBIETTIVI
- Definire un metodo di preparazione di film di pacciamatura a base di polimeri biodegradabili (BPMF) derivati da cellulosa e chitosano, arricchiti di azoto e fosforo
- Valutare l’impatto dei BPMF sul ciclo dei nutrienti nel suolo e sulla crescita e resa delle colture
- Valutare l’effetto dei BPMF sulle comunità di microrganismi e microartroprodi nel suolo
- Accelerare la biodegradazione dei BPMF spruzzandoli con inoculi selezionati di microrganismi e interiora di lombrichi
- Valutare i nuovi BPMF con le metodologie LCA/LCC
Nella giornata del 18 luglio i ricercatori delle unità operative coinvolte nel progetto Mulching+ presentano i dati della sperimentazione aggiornati al secondo anno di attività.
L’uso in agricoltura di teli pacciamanti rappresenta la più significativa fonte di contaminazione ambientale per rilascio di sostanze plastiche. Si stima che in Europa la superficie agricola coperta da teli pacciamanti rappresenti da quattro a sei volte quella interessata da strutture permanenti quali serre e tunnel, con un impiego complessivo, nel 2019, di circa 7 milioni di plastica distribuita sui campi. In Italia, lo sviluppo delle colture orticole di pieno campo interessa una superficie complessiva di poco più di 100.000 ettari, con un crescente impiego di materiali plastici che, con i loro residui minacciano la qualità ambientale e la salute dei sistemi biologici. Lo sviluppo di formulati polimerici innovativi per un’orticoltura sostenibile, costituiti da miscele di biomolecole di origine naturale facilmente degradabili nel suolo, rappresenta una strategia di forte attualità ambientale. In questo contesto si articola il progetto di ricerca scientifica Mulching+, finanziato dal MUR nell’ambito del programma PRIN2020, e che vede attivo un partenariato scientifico tra l’Università di Palermo, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università di Ferrara, in collaborazione con il CREA di Firenze e l’Associazione Chimica Verde, per sviluppare un film pacciamante innovativo, prontamente biodegradabile, arricchito di una fonte di azoto e di fosforo, e valutarne gli effetti sul sistema pianta-suolo.
Nell’ambito dei PROGETTI DI RICERCA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE (PRIN) – Bando 2020
In collaborazione con

