Mediterraneo dal latino vuol dire in mezzo alle terre, ed effettivamente, il carattere principale di questo mare sono le numerose differenti terre che bagna per un totale di quasi 50000 km di coste distribuite su 3 continenti (Europa, Asia, Africa).

A tale molteplicità geofisica corrisponde un’altrettanto preziosa molteplicità culturale e storica sulle 3 aree dei suoi 2 milioni e mezzo di kmq, quella occidentale, quella orientale e quella magrebina.
Purtroppo oggi il Mediterraneo sconta 2 processi di certo non positivi: l’emigrazione dei cittadini africani verso l’Europa che ha fatto del Mare nostrum un’autostrada dove le morti non finiscono mail; l’inquinamento ambientale ed i cambiamenti climatici che non potevano non coinvolgere anche il Mediterraneo, come comparto ambientale.
Di recente è stato scritto che più che Mare nostro, come, lo chiamavano i Romani, bisognerebbe parlare di Mare monstrum, cimitero d’acqua per migranti, bacino minacciato da eutrofizzazione, flora e fauna esoteriche, aggredito nei suoi tesori nascosti dal turismo selvaggio ed estremo.
Indagine sulla situazione dell’ecosistema mare.
Il Mediterraneo è un mare che si riscalda più di tutti i mari semi chiusi del mondo, con inevitabili ripercussioni, anche sull’invasione di forme di vita provenienti da mari più caldi del pianeta, sui nuovi rischi meteoclimatici con la comparsa di particolari uragani mediterranei (medicane), sull’erosione delle coste, sulla plastica che danneggia flora e fauna marina, sui danni alla pesca d’altura e miticoltura nostrana hanno dimostrato che si tratta di una preziosa risorsa in vero pericolo.
Resta però, un suo valore ed un suo ruolo che non possono essere discussi nel mettere in contatto due sponde all’origine appartenenti alla stessa cultura dell’antica Roma ed oggi così differenziate per usi, costumi, religione ed economia.
Questa opportunità deve essere utilizzata per una visione che non sia quella della colonizzazione, ma quella della collaborazione fra risorse tecnologiche e intellettuali fornite dalla sponda Nord e risorse materiali e umane fornite dalla sponda Sud.
Articolo N.184 del 22-04-2025 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.