Gestione razionale delle risorse idriche

L’obbiettivo n.6 nell’agenda della sostenibilità delle Nazioni Unite si propone di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie, questo perché ancora oggi, fonti UNESCO, WHO, UNICEF, circa 2,2 miliardi di persone (circa il 30%) non hanno accesso all’acqua potabile, 4 miliardi non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari ed all’incirca i 2/3 della popolazione mondiale, entro il 2025 si troverà in territori interessati da un fortissimo stress idrico.

credit by Unsplah

All’interno di Horizon 2020 l’Unione Europea sta investendo approssimativamente 1 miliardo sui progetti di economia circolare riferiti anche al riciclo, e quindi risparmio, dell’acqua.

Conseguenti di questa situazione sono morti, sofferenze, migrazioni di massa.

Per questo i progetti per la fornitura di acqua potabile alle popolazioni di molti Paesi in via di sviluppo sono fondamentali.

Molte sono le iniziative che vengono intraprese per rispondere a questa emergenza sia a livello pubblico che privato.

Hydrousa è un programma di ricerca di Horizon 2020 e punta a recuperare acqua da fonti non convenzionali con capitalizzazione sulla gestione razionale delle risorse idriche.

Questo programma a cui partecipano 28 partner di 10 Paesi supporta il nuovo regolamento europeo sulle richieste di acqua riciclata per uso agricolo.

Il programma affida ai singoli Paesi la scelta della tecnologia più idonea fra quelle note e generalmente si riferisce a metodi tradizionali combinando processi anaerobici e fitodepurazione per il trattamento delle acque da riciclare.

Ma accanto ai metodi tradizionali ne vengono proposti di innovativi.

Uno degli ultimi si basa su un brevetto registrato nel 2014 che permette la realizzazione di impianti di desalinizzazione di acqua salmastra ad osmosi inversa, senza l’impiego di batterie, ma alimentati con moduli fotovoltaici ed a zero emissioni di CO2.

Il grande problema dell’Acqua è molto spesso legato all’assenza di energia, specialmente nelle zone rurali dell’Africa, dove quasi 2/3 di coloro che non hanno accesso all’elettricità non hanno accesso all’acqua potabile; il binomio acqua-energia appare come formula vincente per le sfide future di sviluppo sostenibile. Gli impianti realizzati sono controllati tecnologicamente -integrazione IoT, connessione internet e satellitare, monitoraggio dei parametri di funzionamento in tempo reale; manutenzione predittiva senza interruzioni del servizio e gestione remota del sistema e sono stati progettati per durare almeno 30 anni per la produzione di acqua potabile sia a uso domestico che ad uso agricolo o industriale.

Gli impianti possono trattare acqua salmastra con salinità tipiche da 3000 a 6000 ppm, oppure marina che arriva fino a 40000 ppm: sono limiti che, normalmente, non vengono superati.

Articolo N.113 del 15-05-2023 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.

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