La valutazione del rame, tra elemento essenziale e tossicità

Si discute molto intorno alle 3 facce del rame, quella buona come oligoelemento biologicamente essenziale per tutti gli esseri viventi (ioni rame sono componenti insostituibili di enzimi, fattori di trascrizione ed altre strutture proteiche), quella ambigua fungicida da una parte e fertilizzante dall’altra, e quella cattiva come inquinante ambientale stabile, bioaccumulabile e tossico (proprietà PBT – persistenza, bioaccumulo, tossicità).

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ll problema sta nel fatto che la faccia buona si esercita a concentrazione dei decimi di ppm ed invece per le attività connesse a quella ambigua bisogna raggiungere concentrazioni delle unità e decine di ppm che ovviamente comportano il rischio di inquinamento ambientale (faccia cattiva). È questa la ragione per cui il rame sulla base del regolamento Europeo Reach è sostanza candidata alla sostituzione. In opposizione a questa valutazione e con l’intento di supportare l’utilizzo del rame in agricoltura, è nata nel 1999 un’associazione fra 12 imprese europee, la Copper Task Force che nel 2016 ha contestato questa valutazione a partire dalla considerazione che il criterio pbt per sancire la pericolosità ambientale è stato sviluppato per le sostanze organiche persistenti e non è applicabile alle inorganiche, in accordo anche con quanto stabilito dal Reach.
L’azione della Cooper Task Force si è anche sviluppata nella direzione di ottenere il rinnovo dell’approvazione dei sali di rame indicati dalla Direttiva 91/414 e successivamente dal Regolamento 1107/2009. Il prossimo rinnovo è previsto per il dicembre di quest’anno e l’impressione che si ha leggendo tutta la pratica è che saranno necessari alcuni ulteriori dati per rispettare il regolamento europeo per ottenere il rinnovo.

La storia del rame é in continua evoluzione sia in ambito tecnologico che normativo nei processi di rivalutazione tossicologica ed ambientale degli agrofarmaci. La sua nascita come fitofarmaco risale al 18mo secolo, ma solo 100 anni dopo le varie forme a cessione controllata sono divenute prodotti di mercato. I processi produttivi riguardano la poltiglia bordolese ottenuta dalla neutralizzazione del solfato di rame con idrossido di calcio; l’ossicloruro di rame a partire da cloruro di rame e successiva ossidazione ed idrolisi; l’idrossido di rame a partire da una soluzione acquosa di solfato rameico a cui si aggiungono idrossido di ammonio e poi idrossido di sodio; ossido rameeoso ottenuto per via elettrochimica o per riduzione dell’ossido rameico.

Questi formulati vengono prodotti sia come liquidi che solidi: questi ultimi rappresentati da microgranuli idrodisperdibili, i primi da sospensioni stabili di materia attiva. Da qualche decina di anni è poi iniziato il riassestamento normativo ed ambientale dei giorni nostri a cui più sù accennavamo.

 

Articolo N.70 del 11-05-2022 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.

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