contributo progetto sienaProgetto pilota per lo Sviluppo Integrato delle ENergie rinnovabili dal settore Agricolo

Filiera pilota toscana di produzione e utilizzo di olio vegetale puro (2008- 2010)

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Il contesto

L’olio vegetale puro per usi energetici fa riferimento a una filiera consolidata soprattutto in Germania e Austria, ma che risulta innovativa in Italia.

L’olio vegetale è un biocombustibile definito dalla legislazione italiana (D.lgs. 128/2005) come “olio prodotto da piante oleaginose mediante pressione, estrazione o processi analoghi, greggio o raffinato, ma chimicamente non modificato, qualora compatibile con il tipo di motore usato e con i corrispondenti requisiti in materia di emissioni”. Si può ottenere dalla spremitura a freddo di semi di oleaginose quali ad esempio girasole, colza, brassica carinata e soia.

Può essere utilizzato come bioliquido per l’alimentazione di motori diesel statici al fine di produrre energia elettrica (generatori a partire da 5 kWe) o energia elettrica e termica in mini impianti di cogenerazione (a partire da 5 kWe), per l’alimentazione di bruciatori per il riscaldamento di ambienti e produzione di acqua calda o come biocarburante per l’alimentazione di motori diesel opportunamente modificati di trattori e altre macchine agricole, ma anche di motori nautici, di automobili, autobus eccetera.

Rispetto al biodiesel l’olio vegetale puro comporta alcuni vantaggi:

  • la sua produzione è diretta (semplice pressatura a freddo dei semi delle piante oleaginose) e può essere ottenuta direttamente nell’azienda agricola in forma singola o associata; ciò permette di massimizzare il profitto per l’imprenditore agricolo e di favorire lo sviluppo di una fonte energetica rinnovabile, locale e diffusa nel territorio rurale;
  • un prodotto secondario della filiera dell’olio vegetale puro è rappresentato da farine proteiche ricche d’olio (11-18%), adatte all’alimentazione di animali da ingrasso (vitelloni, suini).

 

Obiettivi del progetto

Il progetto, di durata pluriennale (2008 – 2010), si pone i seguenti obiettivi:

  • organizzare e realizzare alcune filiere pilota dell’olio vegetale tal quale in grado di collegare la produzione della materia prima agricola con le varie fasi di impiego dell’olio per la produzione di energia termica, elettrica e meccanica;
  • mettere a punto e collaudare aspetti tecnici legati alla produzione della materia prima agricola e alla sua conversione energetica;
  • quantificare, attraverso le attività del progetto, le ricadute socio-economiche e ambientali delle filiere realizzate, attraverso l’individuazione di specifici indicatori;
  • realizzare adeguate iniziative formative, divulgative e informative a favore di agricoltori, altri operatori del settore e cittadini, con lo scopo di far conoscere i risultati e favorire il trasferimento di questa innovazione in altre realtà della Toscana che presentano contesti socio-economici e ambientali simili;
  • collaudare modelli organizzativi innovativi per la produzione e l’utilizzo di biocarburanti liquidi nel quadro degli incentivi previsti a livello nazionale e regionale e in linea con gli orientamenti definiti dal Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) e dal Piano di Indirizzo Energetico Regionale (PIER).

IL PROGETTO PILOTA SI ARTICOLA NELLE SEGUENTI AZIONI:

1. Individuazione di aziende agricole nel territorio senese interessate a realizzare filiere pilota per la valorizzazione energetica dell’olio vegetale puro derivante da piante coltivate nella propria azienda;

2. Verifica delle aziende candidate a far parte dell’iniziativa pilota e stesura, per ciascuna di esse, di un progetto di dettaglio degli impianti da installare. Per la scelta delle aziende si considerano i fabbisogni energetici aziendali, i tempi di realizzazione degli impianti proposti, l’efficienza energetica nell’utilizzo finale dell’olio prodotto ed anche l’esperienza aziendale nella coltivazione delle piante oleaginose prescelte. La scelta delle aziende su cui realizzare le filiere pilota viene effettuata, su segnalazione delle Organizzazioni professionali agricole, sulla base di specifici piani di fattibilità;

3. Installazione degli impianti prescelti: generatori e cogeneratori dall’ordine di qualche kWe sino a 200 kWe, bruciatori a olio vegetale per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda;

4. Conversione di trattori utilizzati presso le aziende agricole coinvolte nella fase di produzione della materia prima: l’impiego dell’olio vegetale puro richiede infatti opportune modifiche al motore dei trattori;

5. Produzione dei semi oleosi, fornendo assistenza tecnica agli agricoltori per favorire/diffondere l’utilizzo di tecniche a ridotto impatto ambientale e per la riduzione dei costi di produzione, in riferimento alle condizioni pedoclimatiche dell’azienda;

6. Conferimento dei semi oleosi alla struttura di stoccaggio e poi alla struttura che si occupa dell’estrazione meccanica e della fase di filtraggio dell’olio vegetale, in modo che risulti conforme alle norme tecniche di settore;

7. Ritiro dell’olio vegetale puro e del panello proteico da parte delle aziende utilizzatrici;

8. Conversione energetica dell’olio vegetale presso le aziende agricole o presso gli eventuali enti pubblici del territorio senese coinvolti nel progetto;

9. Realizzazione di attività divulgative e informative per diffondere le attività e i risultati del progetto pilota al fine di estendere tale esperienza ad altre aziende toscane.

LE FILIERE PRESCELTE PER L’UTILIZZO DELL’OLIO VEGETALE VENGONO MONITORATE:

  • per gli aspetti agricoli valutando l’efficienza degli input utilizzati in rapporto alle rese ottenute;
  • per gli aspetti tecnico-impiantistici valutando i rendimenti, le emissioni delle caldaie, dei generatori e dei trattori convertiti a olio vegetale.

Questi dati saranno utilizzati per una valutazione sia economica che ambientale delle filiere considerate a partire dalla fase agricola fino ai diversi impieghi finali, confrontando l’utilizzo dell’olio vegetale rispetto al combustibile fossile.

Nella valutazione degli aspetti economici, si terrà conto anche del valore del panello proteico, sia se commercializzato, sia se impiegato direttamente in azienda per l’alimentazione degli animali. Inoltre verrà valutata tra i costi anche l’applicazione dell’accisa, tassa normalmente pagata per la produzione e il consumo dei carburanti fossili.

L’analisi ambientale prenderà in esame l’intero ciclo di vita del prodotto considerando anche l’impiego del coprodotto attraverso l’applicazione di varie metodologie di analisi (Life Cycle Assessment, Material Flow Accounting, Analisi Energetica, Analisi Exergetica, Analisi Emergetica). Queste metodologie hanno lo scopo di migliorare l’efficienza energetica e di minimizzare gli input e gli impatti ambientali associati al prodotto. Inoltre l’analisi LCA consentirà di valutare i benefici e i possibili impatti sull’ambiente e sulla popolazione locale, in termini di emissioni climalteranti. Le filiere proposte sono “corte” e “tracciabili” e pertanto coerenti con quanto previsto dalla normativa di riferimento del settore.

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