Progetto GRASCIARI RIUNITI

l’economia circolare a partire dagli scarti agricoli

Il 9 luglio 2019 a Loreto è stato presentato il progetto GRASCIARI RIUNITI, progetto che punta alla gestione integrata dei residui agricoli e agroindustriali, per poi reinserirli nel circuito produttivo in un’ottica di economia circolare.

Definire nuove strategie di gestione dello scarto organico delle aziende agricole e la messa a punto di un modello sostenibile sotto l’aspetto ambientale ed economico, che contribuisca a fornire nuove prospettive di sviluppo per le aziende marchigiane e a rispettare l’ecosistema, riducendo il ricorso ai fertilizzanti chimici tradizionali. Sono questi gli obiettivi del progetto “Economia circolare in agricoltura: corretta gestione degli scarti organici ed autoproduzione aziendale di biomasse per l’incremento della fertilità dei terreni agricoli Marchigiani”, approvato dal PSR Marche 2014/2020 e nato dalla collaborazione tra Fondazione Opere laiche lauretane, Chimica Verde, Legambiente Marche, Oro della terra, Università Politecnica delle Marche, CREA, ITT “G. M. Montani” Fermo, e Camera di commercio delle Marche e con il supporto di Regione Marche – PF Qualità dell’Aria, bonifiche, fonti energetiche e rifiuti e Regione Piemonte – Servizi ambientali direzione ambiente governo e tutela del territorio.

Il progetto, che durerà tre anni, è stato presentato a Loreto presso l’Istituto Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes alla presenza di Paolo Casali, Presidente Opere Laiche, Luciano Neri, Responsabile di misura Regione Marche, Massimiliano Savoretti, coordinatore del progetto, Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente, Sofia Mannelli, Chimica Verde Bionet, Roberto Matteo, ricercatore CREA, Teresa Cecchi, prof.ssa ITT “G. M. Montani” Fermo, Giuliano Fattorini, prof. IIS “Marconi Pieralisi” di Jesi, Francesca Beolchini e Alessia Amato, Univpm e Carla de Carolis, ITABIA-coordinatore tecnico del progetto europeo “Enabling”.

Il progetto intende sperimentare modelli di gestione virtuosa dei sottoprodotti agricoli e degli scarti di lavorazione, convertendo le attuali esternalità negative in risorse per agricoltori per rendere l’agricoltura più sostenibile, secondo il modello dell’economia circolare. I residui colturali, infatti, se restano in campo, possono causare oneri di gestione e allelopatie, mentre gli scarti di lavorazione generano senza dubbio dei costi di smaltimento, che possono essere anche elevati, e decremento della sostanza organica nei terreni, con conseguente ricorso ai fertilizzanti chimici.

Link servizio TGR3 Marche (min. 10.19)


foto presentazione CVB – Sofia Mannelli