I bioprodotti ed il Manifesto della Chimica Verde

Posted on  by Fabio Lanzafame

I bioprodotti

Sofia Mannelli è una delle promotrici dell’innovativo Manifesto della Chimica Verde, un’iniziativa congiunta tra esperti del settori e Legambiente finalizzata alla promozione dei bio-prodotti e delle imprese “green”.

Come nasce la vostra attività?

Nasce ufficialmente nel 2006, dopo che un gruppo di ricercatori dell’allora CRA CIN e professori dell’Università di Pisa ed alcuni membri di Legambiente avevano lavorato insieme per qualche anno, su alcuni progetti pilota inerenti la sostituzione di prodotti di origine petrolchimica con bio-prodotti, finanziati dalla Regione Toscana.

Quali sono le difficoltà che dovete solitamente affrontare?

La difficoltà principale consiste nello scarso interesse da parte delle istituzioni e del governo nel promuovere una seria strategia per il settore. Ci sono tanti tavoli tecnici, analisi di possibili variazioni della normativa generale e fiscale, ma non avviene mai niente di concreto a parte mille proclami. Questo è uno dei motivi per cui nel 2014 abbiamo promosso il nostro Manifesto della Chimica Verde, firmato da moltissime organizzazioni e tanti cittadini comuni.

Quali sono i punti di forza e di debolezza della vostra attività?

Siamo un gruppo di appassionati che credono fortemente che la bio-economia, di cui la chimica verde fa parte, sia un fiume in piena, impossibile da fermare. Molti componenti della società civile già fanno scelte consapevoli in questa direzione. Da qualche anno anche la Banca Mondiale e le Banche europee la promuovono. Prima o poi sarà una realtà ancora più consolidata. Già adesso molte filiere come alcune bio-plastiche, molti prodotti per detergenza e cosmesi, i bio-lubrificanti e i mezzi tecnici in agricoltura sono usati da molte persone, senza neanche sapere che hanno origine in gran parte vegetale.

Oltre alla passione, anche la visione di insieme rappresenta una nostra forza. Dalla visione ecologica a quella dei processi. Per valutare meglio i costi e i benefici delle varie alternative proposte, la nostra visione d’insieme – dal suolo alla gestione delle risorse fino alla produzione vera e propria del prodotto – ci permette di scegliere le opzioni migliori per un processo efficiente in tutti i suoi aspetti

D’altro canto, come punti di debolezza è opportuno segnalare gli alti costi delle filiere – non per tutte – la mancata defiscalizzazione parziale da parte del governo sui bio-prodotti e la mancanza di una normativa che permetta il loro corretto smaltimento.

Quali sono le esigenze più difficili da affrontare nel vostro settore?

Senz’altro è difficile sopperire alla mancanza di normativa e di strategia. In una parola, manca la visione da parte del nostro governo, che affossa così uno dei paesi con molte aziende leader del mercato mondiale

Come vedete il vostro futuro da qui a 10 anni?

Nel 2016 abbiamo aperto un branch a Taiwan, la nostra internazionalizzazione è partita, le collaborazioni con altre associazioni a noi vicine sono attive da molto tempo… Noi continueremo a fare squadra con chi crede nelle nostre tematiche. La ricerca scientifica, tra l’altro, sta facendo nuove scoperte e molti materiali ritenuti di poco interesse si stanno rivelando estremamente utili, poiché garantiscono ai produttori (agricoli e industriali) quell’ulteriore valore aggiunto che riconosce loro il giusto reddito al proprio lavoro. Continueremo a porre le nostre richieste al governo. L’economia e l’interesse dei consumatori, d’altronde, va nella nostra stessa direzione.